Messina: sui traghetti non si può sostare all’interno dei treni di RFI

Su disposizione della capitaneria di porto di Messina, Rfi ha disposto per i passeggeri l’obbligo di scendere dal vagone del treno per andare sul ponte delle navi che attraversano lo stretto. Tutto perché non sarebbero garantite le condizioni di sicurezza. A questo si aggiunge la sospensione della possibilità di prenotare i biglietti per i disabili per mancanza di assistenza.

“Questo – sostiene la federazione giovani democratici di Messina – rappresenta, oltre che un’incapacità evidente di mantenere un servizio all’altezza dello standard del resto del Paese, anche un’offesa nei confronti degli utenti, non solo perché un diversamente abile viene discriminato nel suo diritto di poter acquistare un biglietto del treno, ma anche per il disagio dei passeggeri nello spostamento, che già di per sé, considerato lo stato dei trasporti, somme altre inefficienze.

Danno poi per il turismo, visto anche il periodo del provvedimento, disincentivando l’utilizzo del treno come mezzo per raggiungere località turistiche. Crediamo che questo rimarchi ancora una volta la distanza tra un Sud poco sviluppato e poco efficiente e un Nord che garantisce servizi all’altezza. Il fatto di Messina è paradigmatico di un’intera Regione.

E non ci conforta il parziale dietrofront, con la previsione di utilizzare la nave Messina per il trasporto dei vagoni, garantendo la possibilità nel traghettamento di poter restare sul treno. Il fatto che le uniche speranze per il trasporto vengano affidate ad una sola nave, in un’area così trafficata come lo Stretto, con il rischio quindi di ritardi o in caso di mal funzionamento, di gravi disservizi, dimostra come il tema dei trasporti verso la nostra regione e peggio ancora nella nostra regione non venga seriamente affrontato.

La continuità territoriale non rappresenta un modo per illudere i siciliani di far parte dell’Italia, ma piuttosto un insieme di garanzie che assicurano la possibilità di un servizio, non solo per i turisti, ma soprattutto lavoratori e studenti. L’impatto sociale della mancanza della continuità territoriale, non  accresce solo le distanze, ma lede le possibilità di spostarsi particolarmente delle fasce sociali più deboli, che paradossalmente sono quelle che dovrebbero

essere maggiormente tutelati.

Riteniamo che un trasporto all’altezza sia uno degli aspetti sul quale investire per dare la possibilità alla Sicilia di avere servizi della stessa qualità del resto del Paese, mettendoci nelle condizioni di non viaggiare su vagoni di terza classe per gli spostamenti e valorizzare uno dei settori trainanti dell’economia siciliana, il Turismo. Ma i continui tagli che portano a meno treni, meno fermate e servizi meno adeguati, rappresentano ormai sempre più una costante ed è reale il timore che si continui su questa strada, facendo del trasporto nel sud un servizio di serie B. Riteniamo che la rotta vada invertita.

Vorremmo che ci fossero investimenti seri per migliorare la qualità del servizio e di conseguenza la sua appetibilità, maggiore frequenza delle corse dei treni, maggiore fermate, servizi all’altezza degli standard europei e, con riferimento alle vicende degli ultimi giorni, una flotta di navi, non una sola, che con un equipaggio adeguato garantisca l’efficienza e la sicurezza di un servizio.

Le distanze non sono ostacoli insormontabili ma la strada da percorrere per avvicinarci alla nostra meta – conclude la federazione giovani democratici Messina”.

 

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