Attentato Antoci: Lo Forte, “presto ci saranno sviluppi”

“Presto ci saranno sviluppi sull’agguato nei confronti del presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci”. Ad assicurarlo è il procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte. Alla Dda si fa il primo punto sulle indagini.

Lo Forte si dice sicuro che il pool di investigatori, coordinato dai sostituti procuratori Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco, riuscirà presto ad individuare mandanti ed esecutori dell’agguato. “Quello che emerge – commenta Lo Forte – è che la mafia sta rialzando la testa”.

Le indagini degli agenti della squadra mobile partono dalle tracce lasciate dal commando: il sangue ad una decina di metri al di là delle pietre poste per rallentare la corsa dell’auto di Antoci e fermarla e le possibili impronte digitali sulle bottiglie molotov che i malviventi non hanno fatto in tempo ad azionare perché messi in fuga dagli agenti della scorta e dai poliziotti del commissariato di Sant’Agata di Militello guidato dal commissario Manganaro.

Fino alla tarda serata di ieri sono stati ascoltati Antoci e tutti i testimoni dell’agguato: i due agenti di tutela del presidente del Parco e il dirigente del commissariato santagatese, Daniele Manganaro, nonché l’agente che viaggiava con lui nella macchina che seguiva Antoci, di ritorno da una manifestazione a Santo Stefano di Camastra e da una cena a Cesarò dopo un’altra manifestazione pubblica per il progetto di recupero di un immobile all’interno del Parco.

Sul caso interviene anche la commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera. “L’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi è un fatto gravissimo, compiuto con modalità tipicamente mafiose. La commissione ambiente si recherà al più presto in missione in Sicilia per incontrare Antoci e le autorità locali, non solo per portare la solidarietà del Parlamento, ma anche per comprendere bene la situazione sul campo e rafforzare la presenza dello Stato” come dichiarato da Ermete Realacci, presidente della commissione, a margine dell’audizione di questa mattina del ministro Galletti.

Maria Chiara Ferraù