Catania: finti poliziotti cercano di truffare anziani, arrestati

Si sono spacciati per poliziotti per poter entrare nella loro abitazione e derubarli. È successo a Catania nel quartiere di Nesima. Agenti della polizia di Stato hanno arrestato Alberto Gravagna, 31 anni; Boris Sacha Scarlato, 37 anni e Mascia Veronica Gabriella D’Autilia, 38 anni.

I tre sono responsabili del reato di furto in abitazione ai danni di una coppia di anziani, aggravato dall’aver commesso il fatto. È successo lo scorso 23 marzo, ma è stato reso noto soltanto oggi dalle forze dell’ordine. I tre spacciandosi per poliziotti, si sono introdotti nell’abitazione di due anziani annunciando loro che avrebbero dovuto effettuare una perquisizione.

Sebbene stupiti ed increduli, ingannati dalla circostanza che la donna indossava una divisa, la coppia metteva a disposizione il proprio appartamento. Nel momento in cui uno dei due falsi poliziotti stava acquisendo le complete generalità dei coniugi, gli altri si appropriavano di alcuni oggetti e di una somma di denaro, allontanandosi definitivamente dalla casa non prima di aver rassicurato le loro vittime che sarebbe stato rilasciato loro un verbale negli uffici della Questura, previa comunicazione telefonica con un’utenza risultata inesistente.

La coppia, poco dopo, insospettitasi, ha verificato di essere stata derubata dai sedicenti poliziotti. I tre avevano insospettito anche alcuni abitanti della zona che, avendo annotato la targa dell’auto con cui erano giunti sul posto, la comunicavano al 113. Il mezzo risultava di proprietà di una ditta di autonoleggio e in poco tempo gli agenti della squadra mobile, sezione antirapina, sono riusciti ad individuare gli occupanti.

Nel corso di una perquisizione eseguita nell’abitazione dei coniugi Scarlato D’Autilia, è stato recuperato un giubbotto vecchio modello con il patch della polizia di Stato che aveva tratto in inganno la coppia. Per i tre malviventi si sono aperti i cancelli del carcere di Catania piazza Lanza dove resteranno a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Sono in corso ulteriori approfondimenti per l’identificazione del quarto complice e per verificare se sono accaduti episodi simili. Le forze dell’ordine non escludono, infatti, che altri anziani possano essere tratti in inganno dai sedicenti poliziotti.

Per questo motivo la polizia di Stato ricorda che nonostante gli agenti in uniforme non siano tenuti ad identificarsi tramite l’esibizione del tesserino, non sono autorizzati ad entrare nelle abitazioni a meno che non si debba procedere ad atti di polizia giudiziaria quali ad esempio la perquisizione o il controllo finalizzato alla ricerca di armi irregolarmente detenute. L’operatore di polizia è sempre tenuto a fornire le dovute spiegazioni e a richiedere la spontanea consegna di quanto ricercato.

La polizia, inoltre, ricorda che dopo le operazioni compiute l’operatore deve sempre rilasciare un verbale che deve essere stilato nell’immediatezza dell’operazione. Quindi è assolutamente da escludere l’intervento della polizia all’interno dell’abitazione di un cittadino senza che quest’ultimo sia costantemente presente.

Si ricorda inoltre che nessuna azienda fornitrice di servizi richiede il pagamento delle fatture a domicilio e rammenta che nessuna azienda fornitrice di servizi richiede il pagamento delle fatture a domicilio e che ogni controllo delle apparecchiature tecniche, quali ad esempio i contatori, viene effettuato da personale munito di tesserino di riconoscimento dell’azienda che è in obbligo di mostrare al momento della richiesta. Spesso controlli e miglioramenti degli impianti di proprietà delle aziende sono preceduti da avvisi formali trasmessi per posta o per corriere.

CONSIGLI UTILI.

La polizia ricorda che nessun ente manda personale a casa per il pagamento di bollette per rimborsi; le associazioni benefiche non raccolgono soldi porta a porta quindi non dare denaro a sconosciuti che si presentano a casa; se la persona si qualifica come funzionario di banca o d’assicurazione, non bisogna fidarsi nemmeno se esibisce un tesserino di riconoscimento.

ANDANDO IN BANCA O IN POSTA

 

  • Nel tragitto andiamo dritti e decisi senza farci avvicinare da sconosciuti: il truffatore è scaltro e molto abile nel conquistare la fiducia delle persone;
  • Diffida se per strada uno sconosciuto ti ferma per controllare il denaro, qualificandosi come impiegato della banca o delle poste (la scusa è che allo sportello ti avrebbero dato dei soldi in più o in meno…). E’ certamente un truffatore; se insiste, dì che chiami la Polizia;
  • Meglio non andare all’apertura degli sportelli per evitare resse e confusioni;
  • Non parlare di operazioni di prelievo o versamento con sconosciuti che si avvicinano per qualsiasi motivo;
  • Se ti senti osservato mentre fai un’operazione, avverti subito il personale della Filiale;
  • Non conservare mai il PIN insieme alla carta bancomat.
    Attiva in Filiale il servizio di notifica via SMS di ogni movimentazione della carta;
  • Prima di prelevare, verifica che l’apparecchio non presenti anomalie, che non vi siano microtelecamere, che la fessura nella quale si inserisce il bancomat sia ben fissa e che sopra la tastiera non ci sia sovrappostonulla che possa consentire di carpire il PIN.
    IN CASO DI DUBBI NON ESITARE A CHIAMARE LA POLIZIA O, SE APERTA, AVVISARE I RESPONSABILI DELLA FILIALE;
  • Digita il codice PIN nascondendo sempre i numeri con una mano;

IN GIRO PER ACQUISTI

  • Quando paghi non perdere mai di vista la carta e firma la ricevuta solo dopo aver controllato l’importo;
  • E’ sempre meglio girare con pochi contanti: molto meglio fare acquisti con il bancomat (senza commissioni) o con la carta di credito;
  • Conserva sempre le ricevute rilasciate dai negozi e controlla ogni mese l’estratto conto;
  • Attiva in Filiale il servizio di notifica via SMS di ogni movimentazione della carta;
  • Tieni sempre a portata di mano i numeri verdi forniti dalla Banca per bloccarla quando c’è il sospetto di frode;
  • Non accettare assegni da ignoti e non firmare nulla che non sia chiaro;
  • In caso di addebiti impropri denuncia subito la clonazione della carta alle Forze dell’ordine e alla Banca per disconoscere le spese addebitate.
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