Palermo: chiusa l’indagine su Tutino
La procura di Palermo ha chiuso l’indagine e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per Matteo Tutino, ex primario di chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, finito ai domiciliari a giugno del 2015 per truffa, falso, peculato e calunnia.
A dicembre il gip ne dispose la scarcerazione su richiesta degli stessi pubblici ministeri. Insieme a Tutino, medico personale del governatore dell’isola, Rosario Crocetta, risultano indagati l’ex commissario straordinario dell’ospedale, Giacomo SAmpieri; la direttrice sanitaria Maria Concetta Martorana; il dirigente del dipartimento di rianimazione, Damiano Mazzarese; la genetista e responsabile della banca dei tessuti, Mirta Baiamonte; suo marito, l’ispettore della Digos, Giuseppe Scaletta; l’infermiera Maria Rappa e Francesco Di Blasi.
Nell’avviso di conclusione delle indagini, i magistrati accusano Tutino anche di calunnia per avere presentato delle denunce nei confronti dei medici Francesco Mazzola e Dario Sajeva, ritenute “strumentali”. Le accuse sono a vario titolo di calunnia, abuso d’ufficio, falso e favoreggiamento.
Tutino, secondo l’accusa, avrebbe effettuato decine di interventi di chirurgia plastica in ospedale, una struttura pubblica in cui non potevano essere eseguiti e a carico del servizio sanitario nazionale. Gli interventi venivano spacciati per funzionali, operazioni necessarie per curare patologie e invece erano interventi di chirurgia plastica.
Nei giorni scorsi anche la corte di Cassazione si era pronunciata sul medico palermitano, affermando che Tutino “aveva l’obiettivo di farsi una fama come medico che fa risparmiare chi si rivolge a lui e così aumentare il suo giro di clientela extra-moenia”.
Lo scorso 21 luglio il tribunale di Palermo aveva confermato gli arresti domiciliari per il medico, misura poi revocata a novembre del 2015.
Maria Chiara Ferraù