Barcellona Pozzo di Gotto (Me): i commercianti chiedono alla politica poche promesse

Riceviamo e pubblichiamo

“La presenza dell’Assessore Regionale al Turismo, congiuntamente alle risultanze di un recente incontro organizzato dal Consorzio “Centro Commerciale Naturale Pozzo dei Goti” con la partecipazione di un funzionario dell’Assessorato regionale alle attività produttive e del vice Presidente della corrispondente Commissione parlamentare presso l’ARS,  consentono di trarre alcune importanti considerazioni sulle prospettive di vita e di funzionamento dei Centri  Commerciali Naturali (C.C.N.) ovvero di quelle aggregazioni fra attività merceologiche meritoriamente introdotte dalla legge 10/2005 meglio nota come legge Granata sul turismo.

Se onestà intellettuale e istituzionale ci esorta ad ammettere che l’esito degli incontri avuti non è incoraggiante perché le future azioni preannunciate dai diversi esponenti regionali   induce a pensare che  le prospettive siano poco favorevoli ai C.C.N., pur tuttavia assicuriamo che per quanto riguarda la nostra organizzazione non verrà meno la  determinazione nel voler continuare il corale impegno di tutti i nostri Consorziati,  perché convinti che talvolta ad una buona legge non seguono buone e efficaci azioni applicative .

Pensiamo utile e doveroso rassicurare i nostri concittadini che  l’azione  del nostro Consorzio, cosi come di tanti altri organismi similari, non è, e non sarà mai  ispirata o condizionata dalla tutela degli interessi economici di una potente corporazione, piuttosto una genuina espressione di un nostro sentito impegno civico .

La consapevolezza del ruolo sociale che può e deve essere riconosciuto al comparto commerciale, insieme alla convinzione che un’appropriata applicazione della legge  10/2005 rappresenta una formidabile opportunità di crescita del nostro settore, ci sollecitano a non gettare la spugna di fronte al futuro che è stato prospettato per  i C.C.N. dagli esponenti regionali .

Si pensa di rivedere le modalità di erogazione dei contributi e soprattutto di assegnare ai Comuni il beneficio dei contributi sostituendo di fatto i CCN come titolari .

La causa di tale mutata impostazione è un fattore di elevata criticità rappresentato dalla ridotta capacità dei CCN nell’utilizzo delle risorse economiche assicurate dal primo e unico bando emanato dalla Regione che è riuscita a rendicontare appena 8 milioni di euro a fronte dei 20 milioni .

E’ solo colpa dei commercianti ?

La nostra diretta esperienza ci conduce, piuttosto,  al convincimento che le evidenti difficoltà operative  che fino ad oggi hanno condizionato l’attività dei C.C.N. già costituiti e limitato la loro capacità di diventare importanti centri di attrazione dei consumatori, siano riconducibili in buona parte al travisamento dello spirito della legge dovuto alla diffusa, impropria e lacerante contrapposizione fra i C. C. N. e la grande distribuzione organizzata (G.D.O) .

I primi sono, infatti,  organismi ispirati dalla condivisione di iniziative pubbliche e private prese  nell’interesse di una pluralità di imprenditori nel rispetto dell’autonomia operativa di ogni singola attività, mentre i centri espressione della G.D.O. danno concretezza a un modello aziendale ispirato e governato da un solo imprenditore o da un’unica società di imprenditori tutti solidalmente accomunati esclusivamente dalla massimizzazione dell’utile d’impresa .

E’ un pensiero infondato che i C.C.N.  siano uno strumento o una strategia contro qualcuno o contro qualcosa, piuttosto almeno noi ci sentiamo autorizzati a pensare e a dire che si tratti di un consorzio di realtà imprenditoriali che si costituiscono in raggruppamento temporaneo di scopo  per un nobilissimo fine sociale che è quello di innalzare il livello di vivibilità di qualsivoglia  comunità  .

Siamo autorizzati a riaffermare in questa sede, dopo averlo già fatto con gli esponenti della Regione, che la costituzione dei C. C. N.  scaturisce dall’autentica interpretazione dell’art. 9 della richiamata legge Granata:  “al fine di migliorare la fruibilità turistica nel territorio Siciliano ed in particolare per promuovere l’immagine e l’accessibilità dei centri storici e negli ambiti urbani a vocazione turistica, su proposta del Sindaco del comune interessato, l’Assessore Regionale per la Cooperazione, il Commercio,l’Artigianato e la Pesca (ora Assessore per le Attività Produttive), promuove tramite i Comuni la costituzione e l’attività dei Centri Commerciali Naturali

I commercianti, con le loro più varie attività,  siamo, infatti,  insostituibili strumenti di misura e eccellentissimi indicatori del livello di vivibilità delle aggregazioni sociali più o meno diffuse e consistenti , in quanto non solo non c’è vita laddove non c’è commercio, ma non c’è buona vita laddove il commercio non è fiorente né è di buona qualità  .

L’attuale profonda crisi strutturale del comparto commerciale,  storico valore identitario della nostra città, oggettivamente dimostrata dalla stupefacente proliferazione degli annunci pubblicitari di “vendesi” e “affittasi” che è possibile notare transitando lungo le principali vie cittadine  é l’ovvia  conseguenza economica del progressivo scadimento del livello di eccellenza delle antiche strutture commerciali nei più diversi settori (agricoltura, zootecnia, artigianato, abbigliamento, etc)  un tempo vanto e orgoglio della nostra città .

E’ indubbio che tale scadimento commerciale è il riflesso speculare della progressiva perdita dei veri valori identitari della città, dell’abbassamento del livello di qualità di vita delle nostre comunità,  e quindi dei crescenti fenomeni di disagio, di degrado e di marginalizzazione sociale .

Come uscire dalla crisi, quali le iniziative da prendere ?

E’ convincimento della nostra organizzazione che esista una stretta relazione anche economica  fra turismo e commercio come peraltro propriamente  confermato dall’art. 9 della richiamata  legge 10/2005 .

E’ pensiero di questo Consorzio  che in questo contesto sia giunto il tempo di innovare per essere competitivi, di cogliere cioè l’opportunità di intraprendere la nuova strada del  “turismo relazionale”,  la più moderna, attrattiva e redditizia forma del turismo a livello mondiale .

Il “turismo relazionale”  non è altro che il settore dell’offerta e della domanda di servizi e beni a valenza turistica realizzati e fruiti attraverso una combinazione di relazioni interpersonali, in cui i soggetti/confezionatori al di là di un mero orientamento alla vendita, fanno proprio un atteggiamento di sentita e condivisa ospitalità che recuperi il gusto di far riscoprire la bellezza e le peculiarità del proprio patrimonio storico, artistico, folkloristico, eno-gastronomico e soprattutto d’umanità; ed in cui gli utilizzatori-turisti da semplici consumatori finali, diventano soggetti generatori di valore, protagonisti possibilmente chiamati a completare attivamente la stessa offerta turistica.

Inoltre, il turismo relazionale si prospetta come volano di un’economia turistica locale se è vero che l’idea della vacanza non implica più necessariamente la distanza, la fuga dalla routine e l’inesorabile tragico e stressante rientro come raffigurano certi spot che pubblicizzano crociere e viaggi esotici, quanto la possibilità di godere di occasioni di relax, di ozio, di divertimento, ecc.., al limite negli stessi territori in cui si soggiorna abitualmente, “vivendo” gli spazi in modo diverso dal consueto.

Se tutto ciò è possibile è senz’altro frutto di un mutamento culturale, almeno nelle società occidentali, ovvero di un rigetto della superficialità e banalità consumistica, a volte del tecnologico e dell’artefatto industriale, che passa attraverso una voglia di sempre maggiore intelligibilità del quotidiano (delle cose e dei rapporti) senza filtri e mediazioni (soprattutto massmediatiche), di valorizzazione del genuino ad ogni livello (così ad es. dal manufatto artigianale).

In questo tempo elettorale, da sempre occasione propizia per le più svariate promesse in molti casi clamorosamente disattese, facciamo appello  ai responsabili dei vari livelli di governo della cosa pubblica, ma soprattutto ai nostri candidati a Sindaco di tralasciare facili  enunciati  di principio e di prendere una chiara e precisa posizione rispetto al protocollo d’intesa stipulato con l’ultima Amministrazione Comunale in base all’unanime voto favorevole del Consiglio Comunale .

Abbiano gli stessi candidati, la cortesia, l’intenzione e l’interesse di prefigurare e di indicare apertamente e senza infingimenti quanto pensano di confermare del predetto protocollo d’intesa, quanto di emendare, quanto di integrare  con nuove proposte o con  sinergiche collaborazioni alla luce dei contenuti dei loro  programmi pensati e proposti per il governo della città del futuro  .

I candidati, vogliano indicare, ai nostri Consorziati e alla città tutta, il livello di collaborazione che essi intendono assicurarci con il conforto della loro azione amministrativa e con il loro affiancamento nei nostri rapporti con l’Amministrazione Regionale .

Parimenti l’occasione è propizia per significare ai rappresentati politici e tecnici della Regione Siciliana, la nostra ferma e convinta disponibilità a imprimere un deciso impulso alle attività dei nostri Consorziati anche attraverso le nuove opportunità assicurate dalla nuova programmazione dei fondi strutturali provenienti dalla Unione Europea, utilizzando l’efficace strumento delle Partnership Pubblico Privato  .

Al tempo della globalizzazione, del pensare globale e dell’agire locale, della civiltà dell’informazione e del commercio digitale,  dei tempi della tecnologia delle telecomunicazioni e ancora del programmare e agire low-cost e veloce, i commercianti di Barcellona Pozzo di Gotto, che pensiamo di ben interpretare,  attendono “poche promesse ma dall’attender corto”

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