Lavoro: crisi Auchan, 267 lavoratori siciliani a rischio licenziamento

“Non è accettabile che l’unica soluzione per superare le difficoltà del mercato sia quella di far pagare l’intero prezzo della crisi ai lavoratori”. Lo afferma il parlamentare nazionale del Partito Democratico Giuseppe Berretta intervenendo in merito alla vertenza Auchan, la catena francese di supermercati che ha annunciato 1426 licenziamenti in tutta Italia, di cui 267 solo nei punti vendita della Sicilia.

Sulla questione, Berretta ha sottoscritto un’interrogazione parlamentare ai Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, presentata come primo firmatario da Antonio Boccuzzi (Pd) e condivisa anche dai deputati siciliani dei Democratici Luisa Albanella e Giuseppe Zappulla.

 “Negli ultimi tempi, alcune grandi società hanno annunciato esuberi di personale, in contrasto con le politiche espansionistiche attuate e con il conseguente incremento di fatturato, ma per salvare i propri conti di bilancio adottano la logica di riduzione dell’organico o azioni che ricadono esclusivamente sui lavoratori e le lavoratrici” si legge nell’interrogazione ai ministri Giuliano Poletti e Federica Guidi. Tra questi, Auchan che con i sui 56 supermercati e gli 11 mila 400 dipendenti è una delle principali catene presenti in Italia. 

Solo in Sicilia la società conta 1.138 dipendenti distribuiti in sei punti vendita e – come si legge nell’interrogazione – rischiano il posto 267 lavoratori di cui 48 a Melilli (su un organico di 181), in provincia di Catania 70 nel punto vendita di Misterbianco (su 217 dipendenti), 78 a San Giuseppe La Rena (su 176), 28 a Porte di Catania (su 209), 22 a Palermo su 216 dipendenti e 21 a Carini (su 139).

 “A marzo la trattativa sindacale ha subito una battuta d’arresto in seguito alle irricevibili richieste dell’azienda di procedere a deroghe rispetto al contratto nazionale in materia di demansionamento, rinuncia alla quattordicesima mensilità, sospensione degli scatti di anzianità e del contratto integrativo – scrivono i deputati Pd – Tra le ragioni dei licenziamenti la società indica pratiche di concorrenza sleale in voga prevalentemente nel Meridione, dove nella grande distribuzione molti operatori economici non applicherebbero i contratti collettivi di categoria oppure utilizzano contratti part-time anche se il personale lavora full time”.

“Anziché tagliare i diritti dei lavoratori per colpa di chi non rispetta le leggi – sottolinea Berretta – crediamo sia utile che il Ministero del Lavoro avvii una serie di controlli per verificare il rispetto dei contratti e la concorrenza nel mercato”. Per questo, i deputati del Pd hanno chiesto ai due Ministeri di “convocare con la massima urgenza un tavolo di lavoro con l’azienda, i sindacati e le istituzioni locali per trovare una soluzione che preservi l’occupazione e di verificare il pieno rispetto della contrattazione collettiva e della disciplina in materia contrattuale nel settore della grande distribuzione commerciale”.

Maria Chiara Ferraù

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