Ecatombe nel canale di Sicilia

Nuova ecatombe nel canale di Sicilia. Un nuovo barcone di migranti è giunto a bordo di un peschereccio sul quale viaggiavano circa  700 persone , tra cui 200 donne e circa 50 bambini. Molti migranti, secondo le dichiarazioni del testimone, sarebbero stati chiusi nei livelli inferiori della barca e i trafficanti avrebbero chiuso i portelloni, impedendone l’uscita.

Il peschereccio sarebbe partito da un porto libico a 50 chilometri da Tripoli.

È iniziata la raccolta delle dichiarazioni dei superstiti a bordo delle navi della guardia costiera. Si procede per i delitti di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e reati in materia di traffico di migranti. Le indagini sono condotte dalla guardia costiera e dalla polizia di Stato, squadra mobile e servizio centrale operativo di Catania.

La procura etnea ha aperto un’inchiesta sul naufragio in cui sono morte 700 persone. I reati ipotizzati dal procuratore Giovanni Salvi sono naufragio e omicidio colposo plurimi.

“Esprimo il mio più sentito  dolore di fronte ad una tale tragedia e assicuro per gli scomparsi e  le loro famiglie il mio cordoglio e la mia preghiera”. Così Papa  Francesco, al termine della recita del Regina Coeli in piazza San  Pietro, si è soffermato sulla tragedia degli immigrati naufragati  nella notte nel Canale di Sicilia. “Rivolgo un accorato appello – ha detto il Pontefice – affinché la  comunità internazionale agisca con decisione e prontezza onda evitare  che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercano una vita migliore.  Cercavano la felicità”, ha sottolineato il Papa prima di rivolgersi ai fedeli dicendo: “Vi invito a pregare in silenzio e poi tutti insieme  per questi fratelli e sorelle”.

Un mercantile dirottato nella zona del naufragio avrebbe recuperato solo 49 superstiti, per cui si teme che il bilancio sia di poco meno di 700 vittime. Attualmente il bilancio accertato è di 24 morti.

Il peschereccio si sarebbe ribaltato perché sovraccarico e con problemi di navigazione. I migranti si sarebbero mossi tutti su un lato dell’imbarcazione dopo aver avvistato un mercantile che era stato dirottato sul posto proprio per prestare aiuto. “Una tragedia di proporzioni immani”, dice Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, che ricorda come il bilancio delle vittime dall’inizio di quest’anno sale a 1500.

“Basta! Una tragedia immane che deve pesare sui governanti europei e di tutta la comunità internazionale in particolare dei paesi cosiddetti sviluppati. I settecento martiri di domenica, caduti nelle acque divenute assassine del Mediterraneo, sono l’infausto esito delle fallimentari politiche di cooperazione internazionale e di controllo dei flussi immigratori. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è ora che le istituzioni internazionali prendano atto che quella delle migrazioni dalla sponda sud del Mediterraneo, è una questione globale che non può essere affrontata solo dall’Italia o dagli altri  paesi europei che ne sono marginalmente interessati, perché una sola vita non cada più in quella che era da sempre il mare del dialogo e dell’incontro tra i popoli , il Mar Mediterraneo”.

“Adesso basta. È una strage continua. Non è possibile stare fermi e inermi o ancora peggio utilizzare la vicenda immigrazione per meschini giochi politici interni al nostro Paese. La vicenda immigrazione coinvolge tutti. Di fronte a una tragedia simile il Paese si deve unire e l’Europa deve rompere gli indugi e assumersi tutte le responsabilità. I vertici delle istituzioni europee, della Commissione e del Parlamento, vengano in Sicilia prendano impegni concreti e decisioni senza precedenti. Bisogna fare sul serio. La Sicilia e l’Italia non possono essere abbandonate a gestire una emigrazione di portata biblica”. Così il senatore del Pd, Giuseppe Lumia

Ci vuole un percorso integrato – aggiunge il senatore – fatto di tante misure, in grado di coinvolgere tutti i Paesi europei e di intervenire nei Paesi d’origine per regolamentare i flussi. Ma è anche necessario colpire i gruppi che organizzano il traffico degli esseri umani con interventi mirati, alzando l’attenzione sul ruolo delle organizzazioni estremiste e terroriste a cominciare da quello che sta avvenendo in Libia, a due passi da casa nostra”.

La Via (Ncd/Ppe) chiede di riunire subito un consiglio straordinario UE sull’immigrazione. “La tragedia avvenuta oggi nel mediterraneo, purtroppo storica per le sue proporzioni, non può più ripetersi. Basta chiacchiere dall’UE, vogliamo azioni concrete, come la convocazione urgente di un Consiglio UE straordinario sull’immigrazione e sulla situazione in Libia”. Così Giovanni La Via, Presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo ed eurodeputato siciliano di NCD, sulla tragedia umanitaria avvenuta quest’oggi: circa 700 migranti avrebbero perso la vita nell’ennesima traversata verso le coste italiane.
“Così come ha ben sottolineato Papa Francesco – prosegue La Via – occorre maggiore impegno internazionale per far sì che non si perdano più vite umane. Le parole del Papa sono suonate come una premonizione prima della tragedia che é avvenuta questa notte.
É il momento per l’Unione europea di aprire gli occhi su una tematica che riguarda vite umane. Il Mediterraneo non può rappresentare il cimitero d’Europa, non possiamo consentire un’apocalisse”.
Secondo La Via “occorre convocare al più presto un Consiglio UE straordinario dedicato alla risoluzione del problema. Non é pensabile che l’Italia sia lasciata sola a se stessa. Il nostro Paese, con il Ministro Alfano in testa, ha già fatto la sua parte. Adesso tocca all’Europa fare in modo che i migranti vengano fermati prima ancora di partire, intervenendo direttamente in Africa. Occorre agire subito -conclude- soprattutto se pensiamo al fatto che, con la stagione estiva ormai alle porte, il flusso di migranti aumenterà esponenzialmente”.

 

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