Randazzo (Ct): operazione “gatto selvaggio”, quattro arresti

Quattro persone sono state arrestate all’alba di oggi a Randazzo, nel catanese, nel corso dell’operazione gatto selvaggio. Nell’operazione dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Randazzo, coadiuvati da quelli della stazione di Bronte e dai militari del Norm di Modica, hanno arrestato Vincenzo Sciacca, 53 anni, Fabio Vicario, 44 anni; Giuseppe Uccellatore, 30 anni e Giovanni Capace. I primi tre dovranno scontare diverse pene, rispettivamente a 4 anni e 8 mesi di reclusione, 1 anni e 3 mesi e 5 anni e 5 mesi di reclusione, mentre Capace non dovrà andare in carcere perché la pena è stata sospesa.

Gli arresti di oggi si aggiungono a quelli di Giuseppe Longhitano e Benedetto Fazio eseguiti una settimana fa e che devono scontare condanne detentive di 6 anni e 10 mesi e 5 anni e 11 mesi e che si trovano già nel carcere di Bicocca a Catania.

I sei sono affiliati a quella che fu definita la “mafia di Bronte” già arrestati nel 2011 dai carabinieri di Randazzo in una vasta operazione antimafia che vide coinvolte ben 18 persone. L’indagine Gatto selvaggio, denominata così perché i carabinieri si erano imbattuti più volte nel noto felino, fu condotta con attività tecniche e tradizionali e permise di delineare uno scenario criminale gravitante nella terra culla del pistacchio, con ramificazioni anche nelle Marche, in Lombardia e Toscana svelandosi un’associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata allo spaccio di droga e alle estorsioni.

Sul centro di Bronte gravitavano gli interessi di due gruppi criminali: quelli di Francesco Montagno Bozzone, vicino ai “Carcagnusi” di Santo Mazzei e quello di Salvatore Catania, “Turi”, fedelissimo al clan Santapaola-Ercolano. Gruppi che, in alcuni casi, arrivarono allo scontro per imporre il controllo del territorio.  La rivalità culminò il 22 febbraio 2007 con il tentato omicidio di Montagno Bozzone.

L’agguato avvenne pochi giorni dopo la sua scarcerazione e fu proprio il clan rivale ad organizzarlo per vendicare l’uccisione di un affiliato, legato a vincoli di parentela con esponenti emergenti della cosca.

L’inchiesta svelò un importante traffico di droga con basi persino in Lombardia e Toscana, regioni dalle quali alcuni degli affiliati facevano partire verso Bronte svariati quantitativi di cocaina. Diversi i sequestri effettuati dai carabinieri. Il più consistente nell’agosto del 2007 quando l’arma mise le mani su un carico di 270 grammi di cocaina, che i corrieri stavano trasportando su una Bmw presa a noleggio e “lavorata” dall’esperto carrozziere affiliato al clan, che aveva creato un nascondiglio all’interno del serbatoio.

Durante le indagini vennero sequestrate armi, ma anche un motociclo rubato e caschi integrali che sarebbero dovuti servire per un’azione di fuoco. fu fatta luce anche su una estorsione ai danni di una sala giochi di Bronte. Il titolare rifiutò di pagare e per questo subì il danneggiamento di alcune macchine da gioco.

Maria Chiara Ferraù

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