30.000 euro per “comprare” un bambino di 8 anni

Avevano chiesto ad una coppia che non riusciva ad avere figli, il pagamento di 30 mila euro per un bambino romeno di 8 anni. La coppia avrebbe così evitato di seguire la regolare procedura della richiesta di adozione. Il piccolo era stato acquistato da alcuni pregiudicati della provincia di Messina in Romania. Oggi l’operazione dei carabinieri del comando provinciale che hanno fermato otto persone.

L’accusa è pesante: riduzione in schiavitù. Le indagini si sono dipanate tra Sicilia, Toscana dove uno dei fermati vantava solidi appoggi e Romania. Il bambino era stato acquistato in Romania e sarebbe stato “comprato” in contanti da una coppia della provincia di Messina, residente da anni in Svizzera.

Tramite Vincenzo Nibali, 49enne di Castell’Umberto i due si erano rivolti al pregiudicato di Tortorici (Me) Aldo Galati Rando, 54 anni. A lui il compito di individuare la famiglia disposta a cedere il figlio. La richiesta era stata fatta lo scorso 17 gennaio in un territorio impervio sui monti Nebrodi, lontano dai centri abitati.

Subito dopo Franco Galati Rando, 46enne anche lui di Tortorici e già noto alle forze dell’ordine, ha avviato le ricerche del bambino desiderato dalla coppia, prima nella Sicilia occidentale in ambienti degradati e mal frequentati, senza aver successo. Per questo Galati Rando Franco ha deciso di trasferirsi in Toscana e poi in Romani. Qui è entrato in contatto con un pregiudicato brindisino Vito Calianno, 43 anni, che gli ha offerto l’aiuto per muoversi in ambienti degradati delle periferie romene. La ricerca ha avuto buon risultato. In breve tempo è stata individuata una famiglia disposta a vendere uno dei numerosi figli: un bimbo di 8 anni.

Lo scorso 23 febbraio i due pregiudicati italiani, con la madre romena del piccolo venduto, insieme al minore e uno dei suoi fratelli maggiorenni sono partiti verso la Sicilia dalla Romani. Dalle indagini è emerso che la donna, 36 anni e il figlio di 19 anni dovevano controllare la sistemazione trovata al bambino e incassare quanto pattuito.

La compravendita è stata sventata dai carabinieri appena i cinque sono sbarcati al porto di Messina. Qui sono stati fermati. I protagonisti della vicenda attendevano la consegna a Tortorici e sono stati raggiunti poco dopo dallo stesso provvedimento. Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti è stata rinvenuta e sequestrata documentazione utile al prosieguo delle indagini e munizionamento di vario calibro.

Le due donne sono state condotte al carcere di Catania, mentre i sei uomini in quello di Messina Gazzi, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il bambino è stato affidato, su disposizione della procura della repubblica al tribunale per i minorenni di Messina, ad una locale struttura assistenziale.

Maria Chiara Ferraù

 

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi