Messina: mobilitazione per la continuità territoriale

Continuano numerose le adesioni all’appello per la mobilitazione nello Stretto di Messina dopo la decisione di Rfi di eliminare i treni a lunga percorrenza per la Sicilia a partire dalla prossima primavera. Ad aderire alla mobilitazione proposta ieri dai sindacati Cgil, Cisl e Uil in modo unitario anche la Confapi di Messina e il Psi.

Le rappresentanze politiche e sociali del territorio messinese devono svolgere una forte iniziativa unitaria per evitare una nuova penalizzazione – così i nuovi vertici della Confapi di Messina, Guido D’Amico, Nino Pettina e Lucio Crupi hanno annunciato l’adesione all’appello per la mobilitazione nello stretto.

Anche il Partito socialista di Messina, attraverso il suo segretario provinciale Maurizio Ballistreri ha aderito all’appello per la mobilitazione nello Stretto. Secondo i socialisti “bisogna aprire una grande vertenza territoriale, anche con forti iniziative di mobilitazione, per impedire ulteriori decisioni dello Stato centrale in danno a Messina ed al ruolo strategico che lo Stretto deve avere in una politica di crescita che rilanci il Mezzogiorno”.

Sulla continuità territoriale è intervenuto oggi anche il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, al consiglio generale. “Guardiamo ad un modello vecchio, post unitario o alle opportunità che ci offre la modernità? La risposta è una sola ed è sintetizzata nell’obiettivo da raggiungere che è uno solo: mantenere la continuità territoriale tra la Sicilia e il Continente. Oggi – prosegue Genovese – c’è l’esigenza di legare il flusso di passeggeri, mezzi e merci tra l’isola e l’Italia. Messina, in questo contesto, ha una grande opportunità: recuperare il suo ruolo di centralità del trasporto. La sfida deve essere quella di protestare, ma anche di proporre e programmare in maniera seria”.

Messina, secondo Genovese “deve essere centro per lo smistamento di bagagli e merci. Non si può accettare l’idea che dal 13 giugno il gruppo Fs smonti il trasporto nello Stretto: va impedito. Contemporaneamente, però, si deve ragionare con tutte le articolazioni di Ferrovie dello Stato, con i governi nazionale e regionali di Sicilia e Calabria per costruire su Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria un sistema funzionale, veloce e che semplifichi e ottimizzi la continuità territoriale, creando condizioni di qualità per il trasporto di persone, mezzi e merci.”

“Si parta  – conclude Genovese –  dalla ristrutturazione delle stazioni ferroviarie che devono essere non solo un luogo di passaggio, ma strutture che diventino opportunità di servizi, svago e di aggregazione, di scambi. E la classe politica siciliana comprenda che non si tratta di recuperare una nave per farci entrare un treno e tenerlo nella sua pancia due ore per attraversare tre chilometri di mare. Bisogna dare dignità e decoro ai tanti siciliani che partono dai paesi più remoti dell’isola e, magari per paura dell’aereo o per i costi, programmano un viaggio infinito su rotaie”.

Maria Chiara Ferraù

 

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