Furnari (Me): Foti, “la discarica di Mazzarrà è abusiva”

Per il Sindaco di Furnari, avv. Mario Foti, la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea è un’opera abusiva che impone un’immediata chiusura. Con l’attuale esercizio abusivo continua a determinare un grave danno alla salute dei cittadini di Furnari e rischia di creare un deterioramento ambientale irreparabile nel territorio circostante. In una lettera indirizzata alle istituzioni regionali e nazionali egli, in qualità di Sindaco e quale Ufficiale di Governo nonché autorità locale sanitaria nel proprio territorio, preposto alla salute della comunità che rappresenta, si pregia significare quanto appresso: “Come accertato durante la conferenza di servizi tenutasi a Palermo presso il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti e conclusasi con i relativi provvedimenti finali prot 41735 e prot. 41760 del 26.10.2014, assunti al protocollo del Comune di Furnari (n. 10354 e 10353 del 28.10.2014), a firma del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, cui ci si richiama, la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea è un’opera abusiva che impone una immediataDiscarica Mazzarrà2 chiusura, come disposto dal richiamato provvedimento. Ciò emerge, oltre che dai rilievi fatti dal Dipartimento Regionale in occasione del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 391 e 393 del 2009, che in questa sede non si vogliono elencare, anche dalla circostanza che in detta sede si è definitivamente acclarato che la società TirrenoAmbiente S.p.A., (che gestisce il sito della discarica) ha accumulato abusivamente più di 30 metri in altezza di rifiuti per tutta la circonferenza della discarica, oltre ad aver smantellato abusivamente un tratto di montagna ed abbancato terre da scavo, anch’esse senza autorizzazione. Detti rilievi del Dipartimento richiamano anche quanto emerge dalla Commissione Ispettiva istituita con D.A. n. 54 del 17 gennaio 2014 a firma dell’Assessore Regionale Nicolò Marino. Tale opera illecita, non prevista nel progetto approvato dalla Regione Siciliana, come peraltro contestato durante la conferenza dei servizi ed ammesso anche dalla stessa società Tirrenoambiente S.p.A., è la causa delle profonde crepature e cedimenti, che creano una situazione di assoluta emergenza igienico-sanitaria e pericolo per la stabilità di tutto il sito.

Adesso, come dichiarato dalla stessa società gestatrice, nell’invaso l’eccessivo cumulo di rifiuti in altezza, ha determinato evidenti condizioni di instabilità nonché la presenza nei rifiuti di una frattura che taglia diagonalmente l’abbancamento ed ancora che in detta frattura, la cui profondità è impossibile determinare, ha provocato uno spanciamento del corpo di rifiuti lungo il fronte sud-est ed allo scivolamento del nord-est. Ultimamente, ci giungono fondate notizie, che da detto spanciamento si è procurata una lesione nell’enorme corpo dei rifiuti, che provoca la fuoriuscita continua e costante di un flusso di percolato non regimentato che colerebbe lungo le pareti della gigantesca montagna alta circa 148 s.l.m, con evidente danno ambientale alle falde del torrente e ad altre matrici del sottosuolo. Tale situazione di gravissimo danno sanitario-ambientale ha da qualche tempo creato un grave danno alla salute dei cittadini. Attualmente, proprio nel momento in cui i rischi di rilevanti eventi metereologici, incombenti ed imprevedibili, si determina un ulteriore aggravamento con effetto devastante alle falde del torrente e ad altre matrici del sottosuolo proprio in un sito alluvionale posto appena a 300 mt circa dai pozzi d’approvvigionamento idrico del Comune di Furnari.

Detto pericolo è accentuato dalla mancata realizzazione della strada di accesso all’invaso che, malgrado prevista nei provvedimenti autorizzatori oggi oggetto di revoca, non è stata mai realizzata determinando dei pericoli ulteriori di crollo derivanti da un costone friabile con serio rischio ai mezzi ed alle persone che transitano da e verso la discarica. Sul punto si evidenzia che da sempre e cioè dall’inizio dell’attività l’accesso alla discarica avviene mediante quest’unico accesso ricavato nel greto del Torrente Mazzarrà, in spregio alla normativa vigente nonché alla specifica prescrizione infra richiamata ed oggetto di annullamento da parte del competente Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti. Del pari nell’impianto in questione, come denunciato dallo scrivente al genio Civile di Messina e come evidenziato in tutti gli atti amministrativi insistono quattro pozzi abusivi utilizzati dalla TirrenoAmbiente spa per l’approvvigionamento idrico ad uso industriale in violazione della normativa vigente. Infine va rilevato che le opere edilizie nell’impianto sono state realizzate in difformità allo strumento urbanistico del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e, a quanto è dato conoscere, prive di concessione edificatoria. Stessa cosa si può evidenziare per l’impianto di percolato ed alle relative vasche di accumulo che sembrerebbe siano state realizzate in assenza di qualsiasi titolo concessorio e/o autorizzatorio. L

o scrivente è costretto a dovere evidenziare che da tempo ha adito le diverse autorità competenti a vigilare sulla sicurezza dell’impianto medesimo con pubbliche denunce e dichiarazioni, nelle competenti sedi istituzionali rimaste purtroppo senza adeguato riscontro. Così come del pari ha chiesto urgenti interventi per eliminare la suddetta situazione di pericolo e per ultimo ha avanzato alla Regione Siciliana e al Prefetto di Messina la richiesta di commissariamento e gestione diretta dell’invaso con la relativa messa in sicurezza. È paradossale rilevare che dinanzi a questa situazione di gravissimo pericolo le autorità e gli enti competenti, che hanno ed avevano l’obbligo di controllo e verifica e dovevano correttamente svolgere la dovuta attività di controllo e prevenzione nei confronti di una attività pericolosa ed abusiva, oggi stiano assolutamente inoperosi ed inattivi, ponendo in essere omissioni dei propri atti di ufficio e condotte concorrenti al disastro ambientale accertato, consentendo illegittimamente che in detto invaso si continui ad esercitare abusivamente ed illecitamente un’attività per la quale il competente Dipartimento Regionale, con un provvedimento valido ed efficace, ha fatto decadere il gestore da qualunque autorizzazione.

Per i su elencati motivi è palese ed accertato che la discarica di Contrada Zuppà in Mazzarrà Sant’Andrea è un opera interamente abusiva sotto il profilo urbanistico ed edificatorio, è staticamente instabile ed insiste in un’area a rischio idrogeologico (R4) ed a distanza irregolare dal bacino idrico protetto nel quale si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari. Tutte queste situazioni di palese illegalità, aggravate dalla mancanza di un adeguato studio geologico, determinano una preoccupante situazione dalla quale potrebbe derivare un improvviso crollo con sversamento incontrollato di percolato nell’alveo del Torrente Mazzarrà. Considerato che l’enorme abbancamento di rifiuti degli oltre 30 metri in altezza di rifiuti non autorizzati e non previsti in progetto determina una situazione di instabilità dell’enorme cumulo di rifiuti illecitamente accumulati rende  necessaria l’immediata ed improrogabile apposizione di sigilli a tutto l’impianto illegittimamente realizzato in pregio alle norme vigenti in materia, nonché ogni altra idonea azione atta a scongiurare il pericolo in atto. Ai sensi dell’articolo 408 c.p.p. lo scrivente chiede di essere informato in caso di richiesta di archiviazione, con riserva di ogni ulteriore azione a difesa degli interessi dei propri amministrati”.

Rodrigo Foti

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