Il falco pescatore dalla Toscana fa tappa sui Nebrodi

Si chiama Edmond. Segni particolari: amante del volo. Il cielo è il suo mondo e dalla Toscana ha fatto sosta nel parco dei Nebrodi. Un falco pescatore, uno dei quattro nati quest’anno in Toscana in seguito al progetto di reintroduzione di questa specie iniziata alcuni anni fa nel parco regionale della Maremma, ha scelto come punto d’arrivo della prima tappa del suo lungo viaggio di dispersione, l’area del parco dei Nebrodi in provincia di Messina.

Una scelta casuale, legata probabilmente alle condizioni favorevoli del vento, che hanno consentito a questo grande uccello di compiere un unico eccezionale lungo volo, ma che dimostra in maniera concreta il forte legame che unisce le aree protette di diverse regioni, anche molto distanti fra loro, per il fine comune della salvaguardia della natura”. Questo il commento del presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, dopo aver appreso la notizia.

Gli spostamenti del giovane falco pescatore, chiamato Edmond, in onore dell’omonimo protagonista de Il conte di Montecristo, visto che la prima escursione lontana dal nido è stata fatta all’isola di Montecristo, vengono monitorati continuamente da un team di esperti che segue il progetto di reintroduzione, grazie a radio satellitari Gps di cui sono stati muniti, che danno la posizione dell’animale in qualsiasi parte del mondo si trovi.

Il progetto sta proseguendo grazie ad un finanziamento del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, che grazie ad una convenzione con Legambiente ha attivato un monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Fra gli esperti ornitologi anche l’ideatore del progetto Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, già presidente del Parco regionale della Maremma negli anni quando è iniziato il progetto di reintroduzione ed ora del Parco Nazionale Arcipelago toscano. Sentito sull’evento lo stesso Sammuri ha dichiarato: “sono felice che come punto di “approdo” in Sicilia il giovane Falco abbia scelto un parco, oltretutto conosco bene il parco dei Nebrodi e so il grande valore naturalistico dell’area protetta. Inoltre la proficua collaborazione con Presidente e staff del parco ha consentito di aver immediatamente riscontri ed informazioni di tipo ambientale.

Il giovane falco pescatore dopo una sosta di un giorno nel parco del Circeo, il 24 agosto si era avventurato nel lungo viaggio raggiungendo, dopo aver percorso più di 500 km via mare, la costa siciliana nebrodense fra Caronia ed Acquedolci, in prossimità della foce del torrente Furiano, dove è presente una rigogliosa macchia mediterranea costiera. Per la sosta notturna si è fermato presso la fitta sughereta contigua, in prossimità di un pantano,  come se l’animale avesse voluto sceglie uno degli habitat più caratteristici dei Nebrodi, che difatti è un paesaggio bellissimo, da cartolina.

A verificare la presenza dell’animale lo zoologo Antonio Spinnato, che avvisato da Sammuri ha individuato sul posto il sito dove l’animale ha trascorso la notte; l’animale in mattinata è ripartito – sappiamo grazie alla radio satellitare GPS –  per la volta di Gela.

Il viaggio di questo giovane falco, come di altri due che nei giorni scorsi hanno sostato anche loro in diverse zone della Sicilia, forse continuerà nei prossimi giorni verso l’Africa, anche se attualmente sta ancora girovagando per la Sicilia. Fra qualche giorno si potrà trovare anche fra le foreste di mangrovie dell’Africa occidentale a nord dell’equatore, come quelle del Niumi National Park, in Gambia (a sud del Senegal, oltre 4.300 km in linea d’area dalla Maremma), come era accaduto ad un giovane falco pescatore “Maremmano” rinvenuto purtroppo morto nel 2011, anno della prima nidificazione conclusasi con successo dopo il progetto di reintroduzione.

Il Falco pescatore, dal nome scientifico Pandion haliaetus, in Italia si era estinto a fine anni ’60. In Toscana il progetto di reintroduzione è iniziato nel 2006; nel 2011 c’è stata la prima nidificazione, all’interno del Parco regionale della Maremma, che si è ripetuta nel 2012 e nel 2013. Quest’anno invece ci sono state ben due coppie riproduttive, una sempre in Maremma ed una nella  Riserva naturale provinciale della Diaccia Botrona, in provincia di Grosseto,  che hanno dato alla luce i quattro nuovi falchetti. I giovani che vanno sempre in dispersione, dopo qualche anno,  ritornano nella terra natia, ma potrebbero anche ricolonizzare altre aree ritenute idonee.

 

 

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