Sfide impossibili: la doppia faccia della follia nel gioco d’azzardo

Tra la normalità e la follia esiste quella impercettibile linea sottile che spesso oltrepassiamo andando oltre il limite. Non c’è bisogno di scalare l’Annapurna nel periodo invernale o attraversare con un fuoristrada lo stretto di Bering, spesso le imprese dell’uomo sono legate al rischio e alla tenuta psicologica, mettersi in gioco per ritrovare la strada maestra e scacciare i problemi che episodi della nostra vita hanno impresso nel nostro cammino.

Navigando nello sconfinato mondo della Rete abbiamo incontrato un articolo interessante redatto dalla redazione di Giochidislots.com, un focus incentrato su 7 incredibili storie legate al mondo dei casinò. La nostra attenzione è caduta su due personaggi di cui vi racconteremo le storie in questo post.

Partiamo con l’uomo che ha scommesso tutto in un singolo giro di roulette. Ci vuole un coraggio barbaro, per non usare un altro eufemismo, per mettere in palio quanto risparmiato in tanti anni di sacrifici in pochi secondi, il tempo necessario ad una roulette di compiere un giro completo.

Nel 2004, durante le riprese di un noto reality show britannico dal titolo “Double or Nothing”, il giocatore professionista di poker Ashley Revell ha venduto tutti i suoi beni, compresi il suo guardaroba, per puntare ben 135,300 dollari su un giro singolo di una roulette al Plaza Hotel & Casino di Las Vegas, uno dei casino resort più belli del mondo. L’inglese, superate le tensioni e le perplessità iniziali, puntò tutto il malloppo sul “rosso” e la palla finì proprio sul 7 rosso. Revell riuscì nell’impresa di duplicare il suo budget salendo alla cifra di 270,600 dollari. Tutti i presenti, media compresi, si aspettavano nuove puntate alla roulette, ma il player ha sorpreso tutti donando 600 dollari ad un compagno di gioco, congedandosi dal casinò con un laconico “grazie per il suggerimento!”.. Revell ha successivamente investito buona porta del corposo incasso per il lancio promozionale del proprio brand Poker UTD.

La storia di Revell non è un’impresa da ricordare, ma resto uno degli azzardi più assurdi che la psicologia umana abbia partorito. Una storia del nuovo millennio che ha portato il produttore TV Simon Cowell a ispirarsi alla storia di Revell per la creazione del game show britannico chiamato “Rosso o Nero?”.

Una storia completamente contrastante, ovvero dall’esisto opposto, a quella scritta pochi mesi fa dal ‘folle’ Ernest Gulbis che dopo aver perso con Djokovic al Roland Garros, è tornato in Lettonia ed in compagnia del cugino si è recato al Casinò: ha puntato tutto il montepremi vinto a Parigi (412.500, ndr) e l’ha perso. Ernests Gulbis ha poi raccontato con pura semplicità ai giornalisti ciò che per noi è pura follia o stupidaggine. Ma questa è un’altra storia.

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