Belpasso (Ct): imprenditore liberato dagli estortori

Sei persone sono state arrestate dai carabinieri di Belpasso, nel catanese, per estorsione. Sarebbero loro i responsabili di estorsioni ai danni di un imprenditore locale, titolare di un’azienda agricola e casearia. I sei si avvalevano del metodo mafioso ai danni dell’uomo.

Questa mattina i carabinieri della compagnia catanese di Paternò hanno arrestato Alfio Licciardello, detto U Cavvunaru, 52 anni, pluripregiudicato per omicidio ed associazione mafiosa; Salvatore Licciardello, 53 anni, già condannato per associazione mafiosa; Francesco Alberti, 44 anni, pregiudicato; Roberto Camarda, 48 anni, pregiudicato, tutti e tre di Belpasso; Teodoro Chiarella, 26 anni, pregiudicato e Roberto Leuci, 38 anni, pregiudicato, entrambi di Brindisi. I sei sono indagati per estorsione aggravata commessa avvalendosi del metodo mafioso.

Le indagini sono scaturite dalla collaborazione dell’imprenditore che ha deciso coraggiosamente di denunciare le vessazioni che talvolta erano rivolte anche ai suoi familiari. I militari hanno avviato una serie di attività tecniche e di riscontro, avvalorando quanto esposto dal denunciante. A capo dell’organizzazione c’era Alfio Licciardello, già noto alle cronache per essere un affiliato di spicco del clan del Malpassotu che, avvalendosi del suo spessore criminale e della fattiva collaborazione degli altri indagati, ha tentato di impossessarsi dell’attività economica del denunciante e di estrometterlo dal locale mercato del commercio di prodotti caseari per acquisirne il monopolio.

Licciardello si era recato nell’azienda della vittima portando via delle vasche e dei macchinari per la produzione di prodotti caseari, per un valore di circa cinque mila euro. Successivamente sono iniziate una serie di imposizioni nei confronti di commercianti che acquistavano dal denunciante ricotte e formaggi. A questi Licciardello imponeva di rifornirsi da lui e dai suoi collaboratori. Infine, la vittima è stata costretta a cedere una cospicua quantità giornaliera di latte in favore dei suoi aguzzini non riuscendo più a proseguire la sua regolare attività e avendo subito un danno economico di circa 20 mila euro.

Maria Chiara Ferraù

 

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