Ludopatia: sintomi, cause e terapie d’urto contro la patologia compulsiva del gioco

Un disturbo psicologico capace di distruggere chiunque, una dipendenza comportamentale che affligge soprattutto le fasce più deboli e gli emarginati. Stiamo parlando del gioco d’azzardo patologico, meglio noto come ludopatia, che dal maggio 2013 è stato inquadrato dal Ministero della Salute nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi.

Fino a qualche anno fa la ludopatia era un termine praticamente sconosciuto sia agli specialisti che all’opinione pubblica, una piaga praticamente sommersa che riguardava quasi esclusivamente gli assidui frequentatori delle bische clandestine. La regolamentazione AAMS, la diffusione globale del gambling nella rete e la copertura mediatica di eventi nazionali e internazionali legati al poker hanno lanciato un settore in cui slot machine, video slot e room private la fanno da padrone. Il gioco d’azzardo, già diffuso nei casinò e nelle sale da gioco autorizzato, è entrato di diritto nella vita degli italiani grazie alla diffusione delle ‘macchinette’ in bar e tabacchi e grazie all’esplosione di siti internet interamente dedicati al gambling. Le app prodotte dai principali sviluppatori iOS e Android hanno ulteriormente amplificato il raggio d’azione del fenomeno.

Al boom economico e all’indotto del settore, cresciuto esponenzialmente nell’ultimo periodo, fa da contraltare lo sviluppo di una vera e propria malattia legata alla dipendenza dal gioco d’azzardo. In un’interessante intervista pubblicato dal sito specializzato Casinohereos.org, il dottore Gary Lange, uno tra i luminari nello studio della ludopatia e i suoi effetti, ha illustrato le peculiarità del fenomeno per far luce sul dipendenza dal gioco.

Il terapeuta inglese spiega come uno dei segnali più evidenti della dipendenza patologica dal gioco è senza dubbio il chasing one’s losses. Con questo termina si indica la tendenza di un giocatore che dopo un’ingente perdita di denaro ritorna appositamente nel luogo del misfatto o si lancia alla ricerca di nuove opportunità di gioco nel tentativo di recuperare le sue perdite. “Tra i soggetti maggiormente predisposti a sviluppare la dipendenza del gioco, – spiego il dottore Lange -, rientrano le persone che hanno già dei casi di dipendenza ludica in famiglia, gli emarginati o tutti coloro che hanno poco rispetto del denaro. I soggetti ansiosi, depressi e isolati dalla società sono sempre tra i più suscettibili. Le persone che sono impulsive e che non godono di un supporto familiare e specialistico sono inoltre le più vulnerabili”.

Il terapeuta spiega inoltre come la dipendenza sia praticamente estranea al gioco in senso stretto e legata a fattori prettamente personali. La perdita di controllo, i problemi finanziari e di relazione, le preoccupazioni, la necessità di scommettere maggiori quantità di denaro e il desiderio di evadere dalle pressioni che la vita quotidiana esercita su ciascuno di noi sono le cause principali di questo fenomeno che fortunatamente ha invertito il trend di crescita, grazie soprattutto alle campagne di gioco responsabile e sensibilizzazione promosse dall’Agenzia dei Monopoli di Stato e dai principali operatori nazionali e internazionali.

Nell’ultimo periodo molti psicoterapeuti si sono specializzati nel trattamento di questo particolare tipo di dipendenza e stanno apprendendo alcune tecniche per aiutare i giocatori ad uscire dal tunnel. Una delle terapie più adatte, che sta riscontrando maggiori successi sui tempi e le modalità di guarigione,  è quella di parlare delle proprie paure e dei problemi connessi in gruppi di giocatori anonimi o di supporto.

La ludopatia è ormai una realtà, ma c’è sempre una via di uscita dal problema.

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