Palermo: Orlando, “la città sempre disponibile allo smaltimento della Concordia”

Dopo le dichiarazioni del capo della protezione civile, Franco Gabrielli, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, continua a sollecitare la scelta del porto di Palermo per lo smantellamento del relitto della Concordia.

“Fincantieri – esorta Orlando – esprima con chiarezza la sua posizione e disponibilità per i cantieri navali di Palermo, che sono in condizione da subito di realizzare gli interventi necessari per la Costa concordia. Il mancato impegno da parte di Fincantieri – sottolinea Orlando – costituirebbe un grave segnale, in contrasto con quanto più volte confermato ai tavoli sulla cantieristica palermitana”.

“L’imperativo è fare prima possibile – ha dichiarato il prefetto Franco Gabrielli in audizione in commissione Ambiente alla Camera – per fare galleggiare la nave. Il tema del porto di destinazione vedrà attori il ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture e la Regione Toscana. Sulla vicenda del porto ognuno ha candidato il proprio, ma bisogna ricordare che da 25 anni non smantelliamo navi”.

“La selezione del porto – ha aggiunto – ha avuto la stessa procedura per quella del progetto. La società londinese come ha fatto la selezione per i consorzi e le aziende che si candidavano a rimuovere la nave, lo stesso ha fatto per circa 30 fra porti e società in giro per il mondo e sono state mandate delle comunicazioni per vedere se c’era interesse: di questi 30, 13 hanno risposto positivamente e di questi 4 erano italiani, cioè Civitavecchia, Piombino, Genova e Palermo, mentre alcune in Turchia, Norvegia, Gran Bretagna e Cina. Ho chiesto che entro la fine di questo mese vengano presentati al ministero dell’Ambiente le documentazioni per per rappresentare le opzioni. Allo stato le opzioni sono due: una soluzione italiana e una turca. Per quella italiana, il porto di Palermo si è reso non più disponibile e quindi ne restano tre. Quella di Civitavecchia è fuori mercato perché esorbitante: per intenderci, quella turca con l’impiego del vanguard comporta un esborso per la società di circa 40 milioni di dollari, la soluzione di Civitavecchia 200 milioni. Nel mezzo stanno quelle di Piombino e Genova che non hanno uno sfrido particolarmente significativo, ma il problema di Piombino è che non ha il bacino. Contiamo quindi – ha concluso Gabrielli – di avere un corposa documentazioni dalla parte privata che spieghi nei dettagli tutte le operazioni”.

 

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