Messina: il messaggio di Pasqua di monsignor La Piana

Il bene tende sempre a ritornare a sbocciare e a diffondersi”. È il messaggio di Pasqua che sua eccellenza monsignore Calogero La Piana ha rivolto oggi a Messina ai giornalisti e operatori della comunicazione che ha incontrato questa mattina, per il tradizionale scambio degli auguri pasquali.

La Piana questa volta ha voluto dar spazio non tanto alla posizione sociale della Chiesa, più volte esplicitata e troppo spesso fraintesa dai media: “Il ruolo del Vescovo – ha detto – si traduce in un impegno sociale della Chiesa, che opera però attraverso i suoi organi, gli uffici pastorali, con i suoi delegati; in questo senso, è importante la responsabilità di cooperazione, ciascuno secondo il proprio ruolo”.

A questo proposito qualcuno dei presenti ha voluto sottolineare, contrariamente a quanto più volte affermato da diverse testate, la consapevolezza da parte della città di una presenza concreta, amichevole e solidale del Vescovo e il desiderio, che è già certezza, di sentirlo sempre più vicino.

Questa volta il Presule ha voluto porre in primo piano, proprio partendo dai messaggi di disagio e sofferenza di tantissime persone ricevuti negli ultimi tempi, l’aspetto religioso. Il concetto chiave sta nella Resurrezione di Gesù che, richiamando le parole di Papa Francesco, è una forza di vita che ha penetrato il mondo; da qui l’invito alla speranza.

Il secondo elemento è la solidarietà: Dio ha vinto la morte per ridarci la vita. Come cristiani, dunque, non possiamo rimanere a guardare, poiché la nostra fede ci impone di essere solidali. “Il mistero della Pasqua – ha detto l’Arcivescovo – ci consegna un forte invito a sperare e un pressante appello alla solidarietà. Siamo motivati, infatti, dalla contemplazione del Crocifisso risorto e dalla volontà di imparare da Lui a osservare e valutare la storia, gli eventi e le persone con i suoi occhi e con il suo cuore”.

Il senso di tutta la riflessione di Mons. La Piana si sintetizza nella fondamentale urgenza di riappropriarsi dell’identità di cristiano, che solo la contemplazione del mistero della Croce, che è vita, può darci.

 

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