Messina: Casa Serena, ancora incertezza

“Se L’Amministrazione non vuole chiudere Casa Serena lo dichiari pubblicamente alla cittadinanza e tratti la questione alla pari degli altri servizi attraverso una proroga tecnica per tre mesi”. Perplessità sono espresse da Calogero Emanuele, Bruno Zecchetto, Giuseppe Calapai e Carmelo Catania, rispettivamente segretari generali di Cisl Fp, Fnp Cisl, Uil Fpl e Uilp al termine dell’incontro con il sindaco Accorinti, l’Assessore Mantineo, il dirigente Bruno e il direttore generale Le Donne, sul futuro di Casa Serena e dei Servizi sociali.

Sulla struttura di Montepiselli, per i sindacati “che l’Amministrazione investa risorse per mettere a norma la struttura non equivale necessariamente a un impegno di mantenimento della stessa che potrebbe essere riconvertita anche per altri fini. Non ci convince – aggiungono – la generica decisione di chiusura di Casa Serena rassicurando con l’impegno di ricollocare i lavoratori in altri servizi. Non sappiamo ancora quali, non sappiamo dove, non sappiamo quanti e come. Non ci convince perché c’è disallineamento con gli altri servizi”.

Nel corso della riunione di oggi è stata richiesta una verifica tecnica con l’aggiudicatario dei lavori e gli organi preposti per accertare se sia possibile, entro i 270 giorni necessari per l’ultimazione dei lavori, compatibilmente con la sicurezza e la qualità del servizio, garantirne la continuità in un’ala della struttura. “Una verifica doverosa – affermano ancora i segretari delle Funzioni Pubbliche e dei Pensionati di Cisl e Uil – anzi, sarebbe stato necessario acquisirla prima per permettere il mantenimento di un nucleo di anziani e di operatori nel limite degli standard consentiti. Tutto ciò nelle more di nuovo affidamento e della riqualificazione del personale. Per i lavoratori che invece saranno sospesi deve essere garantita la richiesta di cassa integrazione in deroga”.

Diversa la situazione per tutti gli altri Servizi Sociali: come dichiarato dall’assessore e dal dirigente Bruno, lunedì arriverà la proroga per tre mesi contestualmente alla pubblicazione dei bandi che già contengono norme di salvaguardia sociale anche per quei lavoratori di Casa Serena che dovrebbero transitare in altri servizi. “Ma – ammoniscono Emanuele, Zecchetto, Calapai, Catania – non vogliamo nemmeno minimamente pensare, qualora ulteriori intoppi burocratici impediscano la pubblicazione dei bandi, che i servizi vengano interrotti anche per un solo giorno e vengano lasciati a casa gli operatori con disagi forti per gli utenti e gli stessi lavoratori. Le lentezze burocratiche e gestionali non possono ricadere su utenti e operatori”.

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