Furnari (Me): la misteriosa chiusura della discoteca “Genesi”.

Punto di riferimento per i giovani residenti nella fascia tirrenica della provincia messinese nonché luogo di svago e divertimento estivo per i tanti turisti dimoranti nell’adiacente villaggio di Portorosa, la discoteca “Genesi” è stata sottoposta ad un provvedimento di revoca nella sua attività d’animazione ed intrattenimento ad opera del Questore, Dott. Giuseppe Cucchiara, e notificato dal Commissariato Pubblica Sicurezza di Barcellona Pozzo di Gotto. Nel documento, contenente la statuizione, sembra che la violazione consista nella presenza di palesi modifiche strutturali ravvisate da alcuni operatori del Commissariato competente di zona nelle diverse serate d’intrattenimento svoltesi nei mesi antecedenti la misura restrittiva e contestate senza tuttavia chiedere riscontro ad un tecnico abilitato o ad un ente all’uopo preposto, come nel caso in questione deve essere l’Ufficio Tecnico del Comune di Furnari. In una particolare circostanza gli agenti hanno identificato alcuni addetti alla cabina di regia nonché un cameraman: quest’ultimo due giorni dopo ha ricevuto un ulteriore controllo a domicilio, dove gli si chiedeva l’acquisizione delle registrazioni video in originale relative non solo alla serata, ma anche a quelle precedenti senza disporre di alcun mandato giudiziale né rilasciare documentazione attestante la consegna. Altri interrogatori si sono susseguiti nei confronti dei su citati addetti ed ogni volta non è stata rilasciata alcuna copia del verbale redatto. Nonostante la relazione tecnica dell’Architetto Dott. Antonino Sturniolo, regolarmente iscritto nel rispettivo albo professionale, abbia rilevato che la struttura permanente, realizzata per lo svolgimento dell’attività di discoteca, non ha subìto variazioni strutturali o significativi atti a modificare lo stato dei luoghi, i controlli sono stati continuati con reiterata frequenza: infatti, in un altro provvedimento, firmato dal Vice Questore Aggiunto, Dott. Mario Ceraolo, perseverante nel ribadire le irregolarità delle modifiche costitutive, ha contestato pure che nell’area adibita alla somministrazione di alimenti e bevande era stata allestita una scenografica consolle da deejay con casse acustiche senza tuttavia verificarne l’effettiva diffusione musicale. Ciò si è posta in antitesi alla legge n°112 del 7 ottobre 2013, secondo cui non è necessaria la limitazione dell’espansione sonora allorquando si svolgono intrattenimenti musicali allestiti occasionalmente e temporaneamente in locali pubblici dove l’attività principale è la ristorazione e lo spettacolo rappresenta solo un’attività complementare. Un ulteriore accertamento degli inquirenti ha contestato l’approntamento di una seconda pista da ballo, benché il Comune di Furnari dietro regolare istanza protocollata abbia rilasciato un certificato in merito alla stessa dichiarando che possiede i requisiti richiesti dalla normativa vigente presentando i parametri di sicurezza fissati dagli organi competenti e per le ragioni sopra esposte possa essere adibita e destinata anche ad area da ballo. Essendosi  proceduto alla richiesta di revoca in autotutela al Commissariato P.S. della città del Longano, essa è stata rigettata dal Vice Questore Aggiunto, Dott. Mario Ceraolo, motivando che la certificazione rilasciata dall’Ufficio Tecnico della Municipalità di Furnari non abbia alcun valore. Infine, come la classica ciliegina sulla torta, la decisione, sempre del Vice Questore Aggiunto, di procedere all’istanza di revocazione e d’inoltrare all’Autorità Giudiziaria la richiesta al G.I.P. di emettere un decreto penale punibile conformemente all’art. 681 del Codice Penale. Sorpresi, esterrefatti ed indignati i fratelli Francesco e Dario Costanzo, gestori della discoteca: “Abbiamo tutte le carte in regola, osserviamo la più minuziosa norma di legge – sottolineano – e ci amareggia una siffatta disposizione facendo chiudere una meravigliosa e sana realtà, che peraltro produce economia reale, poiché abbiamo creato ben cinquanta posti di lavoro regolarmente inquadrati, che per un’inaudita burocrazia sono ad oggi sospesi”. Indubbiamente allorquando i doverosi controlli di chi è preposto all’ordine pubblico assumono uno zelo tanto reiterato, senza peraltro riscontrare eventuali illiceità, da avere una connotazione persecutoria, si rischia di accrescere nei cittadini la percezione di sfiducia verso le istituzioni, il cui compito sarebbe di favorire l’iniziativa economica in un periodo di crisi, come quello attualmente vissuto, e non di soffocarla.

 Rodrigo Foti

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