Messina: furti in appartamento, 9 persone arrestate

C’è anche un agente di polizia penitenziaria fra le persone raggiunte da provvedimenti di arresto e domiciliari dalla polizia di Stato nell’ambito dell’operazione Alì Babà che ha permesso di sgominare una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in appartamenti residenziali a Messina.

Gli arrestati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata ai furti in appartamento e detenzione illegale di armi. Per alcuni anche lo spaccio di sostanze stupefacenti. in un singolo caso è stato contestato il reato di estorsione. Le manette sono scattate ai polsi dei fratelli Filippo e Antonio Bonanon, Stellario Fusco, Pietro Ruggeri, Emanuele Denaro, Salvatore Rolla, Salvatore Cutrupia e dei fratelli Giovanni e Giuseppe Fusco.

Le indagini erano state avviate nell’agosto del 2010 quando i Bonanno, insieme a Stellario Fusco, sono stati arrestati in flagranza di reato subito dopo un furto in abitazione. Gli investigatori allora decisero di delineare i contorni di una vera e propria banda che aveva preso di mira gli appartamenti di lusso nel centro di Messina. Persone esperte con tutti gli attrezzi utili per compiere l’operazione in poco tempo.

Il cuore della banda era formato da Pietro Ruggeri, vero e proprio organizzatore, e dai fratelli Bonanno che, insieme a Stellario Fusco, si introducevano nelle abitazioni dopo aver studiato le abitudini delle vittime. E le refurtive erano davvero importanti, in un caso è stato rubato contante per circa 60 mila euro. Parte del materiale è stato recuperato nelle abitazioni dei soggetti arrestati.

Non organici ma comunque in stretta connessione con la banda, anche i fratelli Giuseppe e Giovanni Fusco che sono stati ristretti agli arresti domiciliari su disposizione dell’Autorità giudiziaria. Emanuele Denaro e Salvatore Rolla invece, quest’ultimo nato a Sant’Agata Militello, sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. A Rolla viene anche contestata l’estorsione per aver costretto un commerciante a consegnargli merce senza alcun pagamento.

Ma a creare scalpore è la vicenda, sempre nell’ambito dello stupefacente, di Salvatore Cutrupia, agente di Polizia Penitenziaria, nato a Milazzo, accusato di corruzione per aver procurato, dietro pagamento in denaro, cocaina e marijuana che avrebbe poi ceduto a un detenuto del carcere in cui presta servizio.  Per lui il GIP Materia ha disposto i domiciliari.

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