Terrasini (Pa): torri costiere a rischio crollo

Le torri delle coste siciliane crollano. Per incuria, abbandono, degrado. Stessa sorte è toccata adesso alla Torre Toleda o Paternella o ancora Balata per via della sua posizione nella pianura, una vera e propria “balata”, sulla costa alta, aspra e suggestiva di Terrasini. Era una  torre di deputazione, una delle superbe architetture costruite a partire dal XVI sec. lungo tutto il perimetro dell’isola e dalla loro posizione, controllavano il mare e la costa. Ciò che rimane in piedi della nostra Torre è difficile che resista ancora a lungo. Il crollo definitivo, in questo caso, è una questione di tempo.

A denunciare la situazione è l’associazione SiciliAntica secondo cui le torri costiere hanno un destino comune e stanno morendo pian piano in una lenta ecatombe. “Un problema – si legge in un comunicato dell’associazione – che investe l’intero territorio regionale: solo pochi sono i manufatti oggetto di interventi di recupero, la maggior parte di essi è stata consegnata di fatto all’inclemenza del tempo che passa e all’incuria più totale. E mentre ci si interroga sulle difficoltà di garantire anche alle future generazioni la fruizione di queste testimonianze del passato della nostra isola, altre torri rischiano di obliarsi. Non esiste un progetto complessivo volto alla salvaguardia e alla valorizzazione di queste singolari emergenze architettoniche mediante una loro rifunzionalizzazione di tipo culturale”.

Secondo SiciliAntica, le torri potrebbero essere “ripensate come elementi strategici di una nuova organizzazione territoriale, in quanto custodi dei significati originari del luogo, capaci di riattivare quel delicato equilibrio mare/uomo/entroterra. Devono prevedersi interventi di restauro/riuso finalizzati alla rivitalizzazione della loro memoria storica attraverso un armonioso rapporto con una nuova utilizzazione e, nell’ambito di un più complessivo recupero ambientale, mirati a riequilibrare i rapporti tra risorse del territorio e modi della sua utilizzazione. Lentamente e nel silenzio – conclude il comunicato – stiamo rischiando di veder scomparire un altro frammento di memoria storica di questa terra”.

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