Cattolici in politica: la lezione di Sturzo

Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Vito Piepoli.

Gaspare Sturzo viene dato in un recente sondaggio per le regionali in Sicilia, riportato dalla Gazzetta Trapanese, al 12 %, in forte risalita, contro il 32 % di Musumeci e il 29 % di Crocetta. Luigi Sturzo a meno di un anno dalla morte, così si esprimeva sul Giornale d’Italia del 10 settembre del ’58, dopo aver condannato il marciume politico italiano: «Tutto ciò è inutile che si dica e si scriva? È un combattere contro i mulini a vento? Sia pure; ma tutte le volte che si parlerà di moralizzare la vita pubblica, – e se ne parlerà […] finché vi saranno gli enti statali in crisi e quelli in auge e la bustarella e gli affari dei partiti e le campagne elettorali a colpi di miliardi – la mia voce sarà viva alle orecchie degli italiani, anche quando le mie ossa riposeranno nel camposanto. Son sicuro che non mancheranno coloro che continueranno, con migliore fortuna di me, a destare e ridestare nel cuore degli italiani il bisogno di verità e di giustizia». Sarà questo il caso? Non vogliamo metterla sul tono della profezia…intanto potrebbe essere, ma sul bisogno estremo che ora hanno i siciliani e gli italiani tutti, di verità e giustizia. È questo che si sta facendo strada in quella percentuale del 12 %. Il bisogno di cominciare a provare per vedere realizzata verità e giustizia, con l’onestà e la competenza di una nuova generazione in politica, mettendo via il vecchio, fonte di delusione. E non potranno mancare uomini e donne, si chiamino essi  Sturzo o in un altro modo,…. purché continuino a destare e ridestare nel cuore degli italiani il bisogno di verità e giustizia come ha scritto don Luigi. Sabato scorso, il partito di Italiani Liberi e Forti ci ha provato con successo anche a Roma, con il segretario nazionale Giovanni Palladino e i due vice Eleonora Mosti, Dario Piccininni e Alessandro Diotallevi, presidente del comitato Tecnico Scientifico. E non ne mancheranno altri, come appunto scriveva il sacerdote calatino nel ’58, tant’è che si può considerare la Sicilia una pista di lancio: è il pensiero di Palladino. E sia che si tratti di persone che si candidano, sia di persone che assumano semplici incarichi politici e sociali.

Non si può più andare avanti così, facendo confusione e mistificazione. Ci vuole chiarezza innanzitutto, niente equivoci, collusioni, raggiri, no a furbate dell’ultimo momento, che portano a creare ammucchiate che diventano accozzaglie il giorno dopo delle votazioni, se si è eletti. Gaspare Sturzo va dicendo molte cose chiare in Sicilia, e nette. Bisogna dirle con coraggio, bisogna usare l’audacia per esprimere le proprie idee chiaramente non annacquarle nella speranza di  conquistare tutti e poi in realtà nessuno, ma intanto ci si è fatti la poltrona. Proprio oggi il candidato di ILeF in Sicilia ha riferito che non accetterà mai il liberismo sessuale, né il vulnus vero delle adozioni omosessuali, ha usato proprio questi termini. Coppie di fatto e unioni civili omosessuali sono cose diverse. Nessuna equiparazione è possibile, tanto meno con la famiglia costituzionalmente riconosciuta. I diritti civili delle coppie di fatto possono ricevere copertura con strumenti civilistici rispettando la loro volontà di non irreggimentare giuridicamente il rapporto. Ma pare che in questi giorni don Luigi Sturzo sia di nuovo attuale, non solo per i motivi già espressi. Veramente questo è valso sempre per coloro che si sono cimentati all’occorrenza nello sport di tirarselo dalla propria parte come e quando ritenevano per giustificare le proprie posizioni politiche. È dell’altro giorno la dichiarazione dell’onorevole Savino Pezzotta, ex Segretario Generale della CISL e ora Deputato dell’UDC, che nel sostenere che non seguirebbe mai  Casini in una eventuale coalizione di  centro-destra (ma adesso Casini sembra propendere per una alleanza di centro-sinistra), riporta nel suo blog l’intervista che gli ha fatto Federica Fantozzi, pubblicata da l’Unità del 10 ottobre. Si legge:  “Io non sono un uomo di centro-destra. Io sono un popolare e un centrista. E, come diceva don Sturzo, di un centrismo naturalmente orientato a sinistra.” “Non mi risulta che don Sturzo abbia mai sostenuto questo orientamento, tutt’altro! – ci ha tenuto a chiarire Palladino – Basta leggere i suoi numerosi articoli scritti (purtroppo invano) negli anni 50 nel tentativo di dissuadere la Dc dall’aprire a sinistra e basta ricordare il suo rimprovero a De Gasperi, quando questi affermò che la Dc è un partito di centro che guarda a sinistra”. Sturzo sosteneva che non doveva essere la Dc ad  andare verso sinistra o  verso destra, ma erano semmai la sinistra e la destra che dovevano “convertirsi” al centro, dove si trovava il patrimonio ideale e culturale più adatto per governare  un Paese moderno, ci ha spiegato Palladino, figlio dell’esecutore testamentario, il fu prof. Giuseppe. Il sacerdote di Caltagirone giudicava “vecchie e dannose” le culture della sinistra e della destra, in quanto troppo dipendenti dallo Stato “tuttofare”, cioè dal peggior nemico della libertà economica. Purtroppo per l’Italia questi atteggiamenti non furono corretti e nel 1963 la Dc aprì a sinistra con le conseguenze negative viste nel corso della Prima Repubblica. Una parte del centro aprì poi a destra con le conseguenze altrettanto negative viste nel corso della Seconda Repubblica. “Rischiare per mettere in campo qualcosa che ci appartiene e ci caratterizza, a qualsiasi livello, da quello intellettuale a quello economico, da quello politico a quello imprenditoriale, è quello che sta tentando di fare questo nuovo partito – ha concluso Palladino – si tratta di far germogliare laicamente il grande potenziale di tutti noi, creando qualcosa di nuovo che sia corrispondente alle esigenze della società civile.

Vito Piepoli

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